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La battaglia sull'angusta via che conduce alla vi

Nouve rivelazioni del Cristo

Il Sermone sulla Montagna (3a parte A&O 27 : 1-13

Spiegato dal Cristo Lui stesso

La battaglia sull'angusta via che conduce alla vita

 

1. "Non giudicate, per non essere giudicati. Infatti con il giudizio con cui giudicate sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate sarete misurati. E ciò che fate agli altri, sarà fatto a voi. )

Io, il Cristo, chiarisco, rettifico (le erate interprtazioni)

ed approfondisco la parola

Avete letto che pensieri, parole ed azioni sono magneti. Chi giudica e condanna il suo prossimo, in pensieri e parole, sperimenterà su di sé le stesse o simili cose.

Riconoscete: i vostri pensieri, parole ed azioni negative sono i vostri giudici. "Con la misura con cui misurate”, sia in pensieri o parole o azioni, così sarete misurati voi stessi. Come voi denigrate il vostro prossimo, per valorizzare voi stessi, verrete valutati anche voi: sperimenterete il vostro giudizio e ne soffrirete. E se dite: "A quella persona deve bastare ciò che ha, mentre l'altro deve ricevere di più”, un giorno possederete solamente quel tanto che avete concesso alla persona che ha ricevuto meno, o ancora meno. Nello stesso modo in cui trattate il vostro prossimo, in pensieri, parole ed azioni, sarete trattati anche voi un giorno.

2. Perché osservi la pagliuzza nell'occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave nel tuo occhio? O come potrai dire a tuo fratello: voglio togliere la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nel tuo occhio c'è una trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi vedrai in modo chiaro, per poter togliere la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello.

Solo l'uomo che non s'accorge della trave nel proprio occhio parla continuamente della pagliuzza nell'occhio del suo prossimo. Solo chi non conosce il proprio modo di pensare e di vivere vuole a tutti i costi togliere la pagliuzza dall'occhio di suo fratello. Chi non conosce se stesso e non conosce la trave, ossia i peccati nell'anima che si rispecchiano nei suoi occhi, non ha occhi per la verità. Il suo occhio è offuscato dal peccato. Vede poi nel prossimo solo quello che egli stesso è ancora: un peccatore. Solo chi elabora la trave nel proprio occhio vedrà sempre più chiaro. Riconoscerà così sempre più chiaramente la pagliuzza nell'occhio di suo fratello e lo aiuterà a toglierla, secondo la Legge dell'amore per il prossimo.

Quindi, chi parla negativamente dei propri simili, li disprezza e parla male di loro, non conosce i propri difetti.

Dai loro frutti li riconoscerete! Ciascuno mostra se stesso, ossia i propri frutti. Chi si irrita a causa dei suoi simili e li schernisce, mostra chi è in realtà.

Chi depone per primo i propri difetti è anche in grado di aiutare il suo prossimo. Perciò, chi parla in modo dispregiativo dei difetti di suo fratello, senza accorgersi della trave nel proprio occhio, è un ipocrita.

3. Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.

L'andare di luogo in luogo, di casa in casa, con le parole della verità, sfruttando la vostra capacità di persuadere e convincere gli altri, per fare opera di missione con chiunque vi capiti, non corrisponde all'eterna Legge del libero arbitrio. Infatti, così facendo, non santifichereste la verità e fareste com'è descritto in immagini: "Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle ai porci.” Pertanto non dovreste imporre la parola di Dio al vostro prossimo. Chi pensa che il suo prossimo debba credere ed accettare ciò di cui egli reputa essere convinto, ha lui stesso ancora dei dubbi e mette in questione la propria fede.

Fare opera di missione significa voler convincere. Chi vuole convincere non è convinto, nel suo profondo, di quello che decanta.

Siate, invece, buoni esempi della vostra fede e non evangelizzatori. Potete proporre la vostra fede, lasciando la libertà a ciascuno di credere o meno, di stare con voi o no.

La libertà in Dio è un aspetto dell'eterna Legge. Se il vostro prossimo viene a voi di propria spontanea volontà e si informa sulla vostra fede, è lui che fa il primo passo verso di voi; e chi sta nella fede gli andrà incontro e gli risponderà.

Chi tiene un collegamento divino con il prossimo, non lo legherà alla propria fede, ma gli trasmetterà solo quel tanto che egli stesso ha riconosciuto e realizzato. Solo chi ha sviluppato poco amore altruistico vuole legare il prossimo alla sua fede.

Perciò guardatevi da coloro che sono troppo zelanti e che vogliono persuadervi della loro fede. Offrite l'eterna verità in parola e per iscritto, e vivetela voi stessi; allora verranno a voi coloro che hanno riconosciuto la vita in sé.

4. Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete. Bussate e vi sarà aperto; poiché chi chiede riceverà e chi cerca troverà e a chi bussa verrà aperto.

Solo quell'uomo che non è ancora penetrato nel proprio interiore, nel regno dell'amore, chiede, cerca e bussa alla porta della Vita Interiore. Il Regno di Dio è insito nell'anima di ogni uomo.

Il primo passo sul sentiero della Vita Interiore, sulla via verso la porta della salvezza, è la richiesta di aiuto e sostegno rivolta a Dio. Il passo successivo è la ricerca dell'amore e della giustizia di Dio. Il viandante trova la vita, l'amore e la giustizia di Dio nei comandamenti della vita, che gli indicano i passi sulla Via Interiore.

Un ulteriore passo è bussare alla propria cameretta del cuore, alla porta interiore. Questa porta verso il cuore di Dio si apre solo a colui che ha pregato, cercato e bussato sinceramente. La porta interiore non si apre all'uomo mentale che aspira solo a valori ed ideali esteriori. Anche gli scettici non riceveranno.

Quindi chi chiede, cerca e bussa, lo deve fare per amore per Dio e non per mettere alla prova l'amore di Dio.

Riconoscete: chi vuole solo verificare se l'amore di Dio esiste realmente verrà ben presto messo personalmente alla prova. La porta del cuore di Dio è aperta per colui che vive in Lui. Costui non ha più bisogno di chiedere, ha già ricevuto, poiché Dio conosce i Suoi figli. Chi è entrato nel cuore di Dio ha già ricevuto nella propria anima. Questo significa che la ricchezza che proviene da Dio risplende più intensamente nella sua anima e s'irradia attraverso di lui, ossia tramite l'uomo. Chi è penetrato nel proprio interiore non ha più bisogno di cercare, poiché è a casa nel Regno interiore. E chi vi ha preso consapevolmente dimora, non ha più bisogno di bussare; è già entrato e vive in Dio e Dio vive attraverso di lui.

Chiederanno, cercheranno e busseranno solo coloro che stanno ancora fuori e che non sanno ancora di portare, nel profondo della loro anima, ciò che li rende realmente ricchi: l'amore e la sapienza di Dio.

5. Chi tra di voi darà una pietra a suo figlio se gli chiede un pane, o una serpe se gli chiede un pesce? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro in cielo darà cose buone a quelli che Gliele domandano.

6. Tutto quello che volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro, e quello che non volete che facciano a voi, non fatelo neanche voi a loro; questa è infatti la Legge ed i profeti.

Riconoscete: non dovreste pretendere dai vostri simili ciò che voi stessi non siete disposti a dare.

Se vi aspettate che il vostro prossimo faccia qualcosa per voi, chiedetevi perché non lo fate voi stessi. Chi si aspetta dal suo prossimo, per esempio, danaro e beni per non dover lavorare, per comodità, oppure chi si aspetta che il suo prossimo gli sia fedele, senza esserlo però lui stesso, oppure che il suo prossimo lo accetti e lo accolga, ma egli stesso non accetta e non accoglie i suoi simili, è egocentrico e povero di Spirito.

Qualsiasi cosa pretendi dal tuo prossimo, non la possiedi tu stesso nel cuore.

Non è nella Legge forzare i propri simili, con un atteggiamento di aspettativa, a fare, dichiarare o compiere qualcosa che, in fondo, non sarebbero disposti a fare.

Se hai riconosciuto il tuo atteggiamento di aspettativa nei tuoi desideri verso il tuo prossimo, cambia rapidamente e fai tu per primo ciò che pretendi dal tuo prossimo.

Qualsiasi forzatura è una pressione che provoca, a sua volta, costrizione e contropressione. Con questo atteggiamento di ricatto verso i tuoi simili, ti leghi a loro e rendi schiavo della tua infima indole, sia te stesso, che colui che si è lasciato ricattare. Tali metodi coercitivi, come "Io mi aspetto qualcosa da te e tu da me e ognuno dà all'altro ciò che pretende” creano legami.

Ciò che è legato non ha posto in cielo. I due che sono legati reciprocamente si incontreranno un giorno nuovamente, nella vita di sostanza sottile oppure in successive incarnazioni.

Questa forma di legame non vale sul lavoro. Se nella tua professione, ti sei scelto liberamente un campo di lavoro e il responsabile ti affida compiti che dovresti eseguire nell'ambito della tua attività, hai già dato il tuo consenso nel momento in cui sei entrato nell'azienda. Hai scelto liberamente il campo e il gruppo di lavoro, per eseguire i compiti che ti vengono affidati. Quindi se scegli un lavoro, dovresti anche eseguire ciò che ti viene affidato, secondo il campo di lavoro che tu stesso hai scelto. Il detto "Tutto quello che volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro ...” non vale quindi per la professione o per il lavoro che voi stessi avete scelto.

"Quello che non volete che essi [gli uomini] facciano a voi, non fatelo neppure voi a loro” significa: se non volete essere derisi e scherniti o derubati e ingannati, oppure non volete che vi vengano sottratti i vostri beni ed averi, o essere strumentalizzati o privati del vostro libero arbitrio, o non volete essere picchiati ed insultati, non fatelo neppure voi ai vostri simili. Infatti, quello che voi fate al più piccolo dei vostri fratelli, lo fate a Me ed a voi stessi. Quello che non volete che facciano a voi, non fatelo neppure voi al vostro prossimo, poiché tutto quello che emanate, ritorna a voi. Perciò, esaminate i vostri pensieri e badate alla vostra lingua!

7. Entrate per la porta stretta, perché angusto è il sentiero e stretta la porta che conduce alla vita e ben pochi sono quelli che la trovano. Ma larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione e molti sono quelli che camminano su di essa.

"... angusto è il sentiero e stretta la porta che conduce alla vita” significa: ogni volta che un uomo si impegna a percorrere l'angusto sentiero della vita, le tenebre si fanno avanti e gli mostrano i tesori e le comodità di questo mondo, come fecero con Me, quando ero Gesù di Nazaret. E', quindi, necessario opporsi al satanico e rifiutarlo, giorno per giorno. Chi non è desto, ne cade vittima.

Riconoscete: chiunque compie i primi passi verso la vita si sente inizialmente ristretto e limitato, fino a che si decide definitivamente, dato che deve lasciare i pensieri e le azioni umane che ha coltivato fino a quel momento.

I primi passi, che si chiamano fede e fiducia, portano nell'incertezza. Il sentiero che conduce alla vita è angusto e stretto fino a che non sono stati compiuti i primi passi. I primi ostacoli da superare sulla via verso il cuore di Dio sono: cambia il tuo modo di pensare e abbandona le vecchie abitudini umane! Pentiti, perdona, chiedi perdono e non peccare più! Di conseguenza, ognuno deve sforzarsi e cambiare tutto ciò che gli era finora abituale.

Tuttavia, chi resiste con la Mia forza abbandonerà l'angusto sentiero e giungerà nel Regno interiore, sulla grande strada della luce, sulla quale è proteso verso la porta dell'Assoluto, verso la vita in Dio, insieme ai viandanti in cammino verso la luce.

L'uomo viene messo alla prova ogni giorno: per Dio o contro Dio.

Chi si decide contro di Me, mantenendo tutte le comodità umane e tutto quello che lo rende umano, non verrà indotto in tentazione sulla larga strada oscura, perché si è venduto al tentatore. Molti sono in cammino su questa strada che conduce alla perdizione. Essi non vengono messi alla prova come coloro che percorrono l'angusto sentiero verso la vita.

Chi si è venduto al tentatore, acconsente, senza limitazioni di sorta, a ciò che dovrà raccogliere in base alla sua semina.

8. Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecora, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?

9. Così, ogni albero buono produce buoni frutti, mentre ogni albero cattivo produce cattivi frutti. Ogni albero che non produce buoni frutti serve solo per essere abbattuto e gettato nel fuoco. Perciò, dai loro frutti dovreste distinguere il buono dal cattivo.

Alla fine dell'epoca materialistica, del "periodo di avidità e cupidigia”, appariranno molti falsi profeti. Parleranno molto dell'amore di Dio, ma le loro opere saranno opere umane. Non chi parla dell'amore di Dio è un vero profeta ed un saggio spirituale, bensì chi compie opere buone.

Solo chi esamina per primo il proprio animo, chiedendosi se egli stesso crede veramente al Vangelo dell'amore altruistico ed adempie anche il senso del Vangelo ed esamina ciò che ha già realizzato nei confronti del suo prossimo, per amore altruistico, è in grado di distinguere.

Potrete riconoscere i vostri simili e percepire la differenza tra il buono, il meno buono ed il male, solo se avrete raggiunto alcuni gradi di maturità spirituale.

Chi giudica ancora il suo prossimo e pensa e parla negativamente di lui non è ancora in grado di esaminare i suoi simili. Gli manca la facoltà di discernimento. Egli giudica solamente, ma non esamina.

Se voi stessi siete ancora un frutto cattivo, come potete riconoscere i buoni frutti? Chi non realizza le Leggi di Dio manca, quindi, del dono di distinguere ciò che è buono, meno buono e cattivo.

Chi desidera esaminare il suo prossimo esamini quindi per primo se stesso, se possiede il dono di distinguere ciò che è giusto da ciò che è ingiusto.

Può accadere facilmente che l'uomo rifiuti il frutto buono e tenga quello cattivo, se il frutto marcio si mette in risalto con grandi discorsi ed agisce con parole e gesti apparentemente molto convincenti.

Riconoscete: il simile attira il simile. Chi è ancora un frutto marcio si sente più vicino ai frutti marci che a quelli buoni. Chi è, invece, altruista è un buon frutto ed è anche vicino al bene, all'altruismo.

Chi è altruista ha anche la facoltà di discernere tra i frutti buoni, meno buoni e cattivi. Quindi, chi desidera distinguere i frutti buoni da quelli cattivi, deve prima divenire egli stesso un buon frutto. Solo il buon frutto è in grado di riconoscere quelli cattivi. Il frutto cattivo va sempre a cercare i frutti cattivi simili a lui, per procedere contro quelli buoni. I frutti cattivi giudicano, ricusano, condannano e legano.

I buoni frutti maturi hanno comprensione, sono benevoli e tolleranti e buoni verso il loro prossimo. Parlano di ciò che non è corretto e lo fanno presente, ma mantengono il loro prossimo nel cuore. Questo significa: non giudicano e non condannano più.

Ripeto: dai loro frutti li riconoscerete.

Il buon frutto conosce il cattivo frutto, mentre il cattivo frutto non riconosce il buon frutto. Il buon frutto guarda solo il bene, il frutto cattivo solo il male. In modo corrispondente pensa, parla ed agisce l'uomo.

10. Non tutti quelli che Mi dicono: "Signore! Signore!”, entreranno nel Regno dei cieli, ma coloro che fanno la volontà del Padre Mio che è nei cieli. Molti Mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato in nome Tuo? Non abbiamo noi scacciato demoni in nome Tuo? Non abbiamo noi compiuto opere miracolose in nome Tuo? Io però dirò loro: non vi ho mai conosciuto; allontanatevi da Me, voi operatori di iniquità.

Chi invoca solo il nome Mio e non compie la volontà del Padre Mio è povero nello Spirito e non entrerà nel Regno dei cieli, malgrado i suoi discorsi di grande effetto ed apparentemente spirituali e le sue parole che sembrano sincere.

Chi, invece, compie azioni altruistiche, senza aspettarsi ricompensa e riconoscimento, compie la volontà del Padre Mio, poiché egli pensa e parla nello stesso modo in cui agisce.

Le opere altruistiche nascono solo da sensazioni e pensieri ricolmi di Dio. Se i pensieri dell'uomo sono impuri, anche le sue parole sono vane e le sue azioni egocentriche.

Riconoscete: chi parla attingendo apparentemente all'Io Sono, ossia esprime in apparenza la Mia parola e compie, in apparenza, opere in nome Mio, vivendo comodamente di queste, ha già ricevuto la sua ricompensa. Non riceverà alcuna ricompensa in cielo. Chi compie opere d'amore altruisticamente e lavora per il suo pane terreno riceverà la giusta ricompensa nei cieli.

Riconoscete: il pane spirituale è il nutrimento spirituale dell'anima. Il pane per il corpo deve essere guadagnato secondo la Legge "prega e lavora”.

Il pane spirituale proviene dai cieli e viene donato a coloro che adempiono la Legge dell'amore e della vita ed anche il comandamento "prega e lavora”.

Dio dona il cibo terreno agli uomini tramite la terra. I frutti della terra debbono essere preparati con il lavoro delle mani. Quindi, chi lavora merita la propria ricompensa.

Riconoscete la differenza tra il pane per l'anima e il pane per il corpo terreno! Certamente ambedue provengono da un'unica fonte, tuttavia l'uno è spirituale e viene offerto all'anima, mentre l'altro è sostanza raddensata, materia, e viene dato al corpo fisico. Ciò che il grande Spirito, Dio, dona agli uomini per il loro corpo fisico necessita del lavoro umano, per esempio deve essere seminato, coltivato, raccolto e preparato. Per questo lavoro, l'uomo deve anche essere ricompensato dagli altri uomini.

Solo chi compie tutto per amore per Dio e per gli uomini verrà accolto nel Regno di Dio.

11. Perciò chiunque ascolta queste Mie parole e le mette in pratica, lo paragono ad un uomo saggio che costruì la sua casa saldamente su una roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi ed i venti soffiarono e si abbatterono su questa casa: ed essa non cadde, perché era fondata su una roccia.

12. Chiunque ascolta queste Mie parole e non le mette in pratica può essere paragonato ad un uomo stolto, che costruì la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia e strariparono i fiumi e i venti soffiarono e si abbatterono sulla casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande. Ma una città costruita saldamente, circondata da mura o fondata sulla cima di un monte e su una roccia, non potrà mai crollare o restare nascosta.

13. Ed accadde che quando Gesù ebbe finito questo discorso, il popolo restò stupito del Suo insegnamento. Infatti quando insegnava e parlava, toccava la mente ed il cuore, non come gli scribi che insegnavano solo per dovere.

Chi ascolta le Mie parole e le mette in pratica svilupperà la propria vita spirituale. Fonderà la sua vita su di Me, sulla roccia e resisterà così a tutte le bufere ed inondazioni. Al termine di questa vita terrena, la sua anima entrerà consapevolmente nella vita spirituale e non si sentirà estranea, perché l'uomo ha già vissuto nel Regno interiore sulla terra.

Lo Spirito profetico è il fuoco nel profeta ed in tutti gli illuminati. Dio parlò e parla attraverso di essi non come coloro che "insegnano solo per dovere”. I profeti e gli illuminati parlarono e parlano dotati della potenza dell'Eterno, del Dio che parla, sia che gli uomini lo vogliano ammettere o no.

Sta scritto: "Toccava la mente ed il cuore”. Le "persone mentali” trattano e discutono ciò che viene assorbito dall'intelletto, dalla mente. Tuttavia, certi piccoli semi cadono nel loro cuore. Chi accoglie col cuore la parola della vita, riflette su di essa nel proprio cuore e fa germogliare subito la buona semina, la vita.

Chi vuole, invece, afferrare la parola di Dio solo con l'intelletto, dovrà riconoscere in seguito, eventualmente solo dopo essere stato colpito da alcune sventure, ciò che ha rifiutato con i suoi dubbi e con la sua presunzione intellettuale. Riconoscerà che il seme, la parola di Dio, data dalla cornucopia della vita tramite profeti ed illuminati, gli avrebbe potuto risparmiare molte cose.

Il libro "Questa è la Mia parola” opera nella Nuova Epoca, nell'epoca del Cristo. La Mia vita d'un tempo, quale Gesù di Nazaret, e la Mia parola che dono oggi quale Cristo, ne sono la base.

Il Mio modo di pensare, insegnare e vivere nelle vesti di Gesù di Nazaret, sarà un criterio per la vita ed il pensiero degli uomini della Nuova Epoca nel Regno della Pace di Gesù Cristo. In questo modo Io Sono loro molto vicino. Essi Mi saluteranno nello Spirito, quale loro Fratello, e Mi accetteranno ed accoglieranno quale Sovrano del Regno di Dio sulla terra.

Questo libro è un'opera d'amore e di vita, da cui gli uomini nel Regno della Pace apprendono come Io ho introdotto ed edificato l'Era di luce sulla terra. Essi apprendono che Io ho operato attraverso molti fedeli che hanno combattuto e sofferto con Me per la Nuova Epoca. Questo libro, "Questa è la Mia parola” è pertanto un documento storico. Verrà letto sia ora, nel vecchio mondo in declino, che in seguito nella Nuova Epoca che si fa sempre più varco.

Gli uomini vi riconoscono anche il compimento del mandato divino di redenzione, iniziato con il Mio operato in veste di Gesù di Nazaret, in seguito come Redentore, quale Cristo-Dio, ed ora quale Artefice della Nuova Epoca, nella quale Io preparo la Mia venuta, quale Sovrano del Regno della Pace, in cui Io Sono Fratello di coloro che vivono nella fratellanza del Cristo, con Me e con tutti coloro che hanno un cuore puro.



15/09/2015

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